quinta-feira, 17 de fevereiro de 2011

RAZÃO DESTE WEBSITE

Este blog visa desmoralizar a TEORIA DA EVOLUÇÃO como doutrina científica, pois esta teoria não passa de uma fábula que alimenta a fé dos incrédulos em uma explicação que tenta explicar o mundo sem a figura do Deus Criador. Este blog também é um tributo a Deus pela obra magnífica das suas mãos que criou este universo espetacular. (Pelo historiador Valdemir Mota de Menezes)

terça-feira, 15 de fevereiro de 2011

LOGICA DEGLI SCIENZIATI

"L'evoluzione non è presa di mira solo dai cristiani fondamentalisti, ma viene messa in dubbio anche da stimati scienziati. Un crescente dissenso sul concetto prevalente del darwinismo si riscontra fra i paleontologi, gli scienziati che studiano la documentazione fossile". Francis Hitching, evoluzionista e autore del libro The Neck of the Giraffe (Il collo della giraffa), scrive: "In proporzione a tutto il consenso di cui gode nel mondo scientifico come grande principio unificatore della biologia, il darwinismo, dopo un secolo e un quarto, si dibatte fra sorprendenti difficoltà".
Al termine di un'importante conferenza che ha visto riuniti a Chicago (Illinois, USA) circa 150 specialisti nel campo dell'evoluzione, è stato detto: "L'evoluzione sta attraversando la sua più grande e più profonda rivoluzione da quasi 50 anni a questa parte. . . . Esattamente come sia avvenuta l'evoluzione è ora oggetto di un'accesa controversia fra i biologi. Non si intravedeva nessun modo chiaro per comporre le controversie".
Il paleontologo Niles Eldredge, noto evoluzionista, ha detto: "Il dubbio insinuatosi nella fiduciosa e compiaciuta certezza che ha caratterizzato gli ultimi vent'anni della biologia evoluzionistica ha infiammato gli animi". Egli parla della "mancanza di completo accordo in seno agli stessi schieramenti in lotta", e aggiunge: "Oggi come oggi la situazione è davvero in subbuglio. A volte pare vi siano tante variazioni su ciascun tema evoluzionistico quanti sono i singoli biologi".
Christopher Booker, che scrive per il Times di Londra e che personalmente è favorevole all'evoluzione, afferma: "Era una teoria attraente e meravigliosamente semplice. L'unico guaio, come almeno in parte si rendeva conto lo stesso Darwin, erano le sue numerosissime e colossali lacune". A proposito dell'Origine delle specie di Darwin, lo scrittore osserva: "Qui siamo al colmo dell'ironia, nel senso che un libro divenuto famoso per la spiegazione dell'origine delle specie non contiene in effetti nulla del genere".



SCIENZIATO ANTONY FLEW DEVENTA CREDENTE

Antony Flew sostenitore e propugnatore per decenni dell'ateismo filosofico, nel 2004 ha annunciato pubblicamente la rinuncia ad esso per accostarsi a posizioni filosofiche vicine al Deismo, rinuncia motivata da riflessioni sulla complessità della realtà biologica.
Ritenuto, dal biologo connazionale Richard Dawkins nel saggio The God Delusion, ormaj impacciato da decadenza senile, Flew rispose descrivendo i passi della sua evoluzione dall'ateismo proclamato al teismo convinto: egli aveva superata la fase marxista già al tempo de patto Molotov-Ribbentrop (1939), e sempre più le scoperte in campo biologico lo spingevano a riconsiderare l'osservazione di Charles Darwin che aveva scritto: "La ragione mi parla dell'impossibilità quasi di concepire l'universo e l'uomo come il risultato di un mero caso o di una cieca necessità. Questo mi costringe a ricorrere ad una Causa Prima dotata di intelligenza". Tutto questo portava Flew a collimare con il pensiero Francis Collins, colui che completò la mappatura de genoma umano e autore de bestseller The Language of God. E confermò di non potere non riaffermare: "Credo che una intelligenza infinita ha creato l'universo le cui leggi manifestano ciò che alcuni scienziati hanno chiamato la "Mente di Dio".
Antony Garrard Newton Flew (Londra, 11 febbraio 1923 -- 8 aprile 2010) è stato un filosofo inglese.
Ha studiato alla Faith's Preparatory School di Cambridge e alla Kingswood School di Bath. Durante la seconda guerra mondiale ha studiato il giapponese ed è stato intelligence officer dell'Aeronautica britannica.
Dopo la guerra, Flew ottenne un titolo in Literae Humaniores presso il St John's College, di Oxford. È stato poi dottorando di Gilbert Ryle e uno degli esponenti più in vista del gruppo che si occupava di filosofia del linguaggio.
È stato Lecturer in Filosofia presso il Christ Church di Oxford dal 1949 tal 1950 e, in seguito, per quattro anni presso l'Univerità di Aberdeen, e per venti anni professore di Filosofia presso l'Università di Keele. Tra il 1973 e il 1983 è stato professore di Filosofia presso l'Università di Reading e, dopo il suo pensionamento, per alcuni anni tenne un incarico a metà tempo presso la York University di Toronto.
Nel campo della filosofia politica, Flew ha spostato tesi libertarie, scrivendo analisi molto critiche - in particolare - delle tesi di John Rawls (soprattutto in The Politics of Procrustes: contradictions of enforced equality del 1981).

ALI DELLA LIBELLULA

Alla luce delle prove esistenti è assolutamente ragionevole, addirittura scientifico, credere che siamo il risultato di un progetto intelligente. In ultima analisi è l'evoluzione, non la creazione, a richiedere una grossa dose di fede cieca e a pretendere che si creda nei miracoli senza nessuno che li faccia. Dopo aver esaminato gli altri video di questo canale senza dubbio sarai convinto che le prove depongono a favore della creazione. E una volta che avrai approfondito la questione usando le tue facoltà di ragionare ti sentirai più sicuro nel difendere le tue convinzioni di fronte agli atei.
NEL VIDEO
Marvin Luttges, ingegnere aerospaziale, ha studiato per dieci anni il volo delle libellule. Questi insetti generano una tale portanza che la rivista americana National Wildlife recentemente ha definito il loro volo "un miracolo di aerodinamica". Luttges attaccò minuscoli pesi a una libellula e riscontrò che il piccolo insetto poteva trasportare in volo, senza problemi, un carico che pesava da due volte a due volte e mezzo il suo stesso peso. Questo significa che, in proporzione, queste creature hanno una capacità di sollevamento tre volte superiore a quella del più efficiente velivolo di fattura umana!
Come fanno? Luttges e i suoi collaboratori riscontrarono che ogni volta che la libellula batte le ali le ruota leggermente, generando minuscoli vortici sulla loro superficie superiore. Questo modo complesso di sfruttare quelle che gli ingegneri chiamano correnti d'aria non stazionarie è ben diverso dal modo di volare degli aerei costruiti dall'uomo, che hanno bisogno di correnti d'aria stazionarie. Ma è la capacità della libellula di "sfruttare l'energia dei vortici", come dice National Wildlife, a creare questa "eccezionale portanza". Le ricerche di Luttges sono finanziate sia dall'aeronautica che dalla marina militare americana. Se gli aerei riuscissero a sfruttare princìpi simili, potrebbero decollare molto più facilmente e atterrare su piste molto più corte.
È chiaro che le evidenze accumulatesi nel corso di molti decenni hanno costretto l'evoluzione a battere in ritirata su molti fronti. Chi ammette onestamente i fatti può trarre solo una conclusione, quella dichiarata molto tempo fa dalla Bibbia: "Conoscete che Dio è colui che ci ha fatti...". Sal. 100:3.




SCIENZIATO DEVENTA CREDENTE

Alla luce delle prove esistenti è assolutamente ragionevole, addirittura scientifico, credere che siamo il risultato di un progetto intelligente. In ultima analisi è l'evoluzione, non la creazione, a richiedere una grossa dose di fede cieca e a pretendere che si creda nei miracoli senza nessuno che li faccia. Dopo aver esaminato gli altri video di questo canale senza dubbio sarai convinto che le prove depongono a favore della creazione. E una volta che avrai approfondito la questione usando le tue facoltà di ragionare ti sentirai più sicuro nel difendere le tue convinzioni di fronte agli atei.

In questo video l'intervista ad uno scienziato di nome Frantis̆ek Vyskočil che da ateo divenne credente.
Scopritelo perchè!

DUBBIO DI DARWIN

Dopo essere andati per 130 anni in cerca di fossili dell'anello mancante fra le scimmie e l'uomo, gli evoluzionisti sono riusciti a mettere insieme solo un misero mucchietto di ossa. Secondo il periodico Science Digest, "tutta l'evidenza materiale a sostegno dell'evoluzione umana non riempie ancora una singola bara!" Evidentemente quello è il posto più adatto per queste presunte prove: una bara con il coperchio saldamente inchiodato sopra! La rivista Science aggiunge: "La principale documentazione scientifica consiste in una raccolta pietosamente limitata di ossa in base alla quale ricostruire la storia evolutiva dell'uomo. Un antropologo ha paragonato l'impresa a quella di ricostruire la trama di Guerra e pace partendo da tredici pagine scelte a caso".
Qual è la consistenza effettiva dell'evidenza fossile relativa agli "uomini-scimmia"? Ecco alcuni pareri. Newsweek: "'I fossili starebbero tutti su un'unica scrivania', dice Elwyn Simons della Duke University". The New York Times: "I resti fossili conosciuti degli antenati dell'uomo riempirebbero un tavolo da biliardo: una piattaforma piuttosto misera da cui scrutare gli ultimi milioni di anni".

Alla luce delle prove esistenti è assolutamente ragionevole, addirittura scientifico, credere che siamo il risultato di un progetto intelligente. In ultima analisi è l'evoluzione, non la creazione, a richiedere una grossa dose di fede cieca e a pretendere che si creda nei miracoli senza nessuno che li faccia. Dopo aver esaminato gli altri video di questo canale senza dubbio sarai convinto che le prove depongono a favore della creazione. E una volta che avrai approfondito la questione usando le tue facoltà di ragionare ti sentirai più sicuro nel difendere le tue convinzioni di fronte agli atei.


LA TEORIA DELL´EVOLUZIONE È ANTISCIENTIFICO

DioEsisteSicuramente

La teoria dell'evoluzione non è altro che un non-senso debole e antiscientifico. Chi lo spiega è LUTHER D. SUNDERLAND, BS (Penn State University), autore di "Darwin's Enigma", già ingegnere aerospaziale con la General Electric Company.
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Da "Darwin's Enigma": Centinaia di scienziati che hanno insegnato ai loro studenti universitari che la linea di fondo sulle origini era stato finalmente capito oggi confessano che erano completamente sbagliate. Essi hanno scoperto che i loro precedenti conclusioni, una volta dichiarate con tanto fervore, erano basate su evidenze molto fragili e su supposizioni, che da allora sono state confutate da nuove scoperte. Ciò ha reso necessario un cambiamento nella loro posizione filosofica di base sulle origini. Altri stanno ammettendo grandi debolezze della teoria dell'evoluzione. Uno dei filosofi di tutto rispetto nel mondo della scienza, il dottor Karl Popper, ha sostenuto che una teoria delle origini, quasi universalmente accettata come un fatto scientifico, non può nemmeno essere considerata una teoria scientifica.
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LUTHER D. SUNDERLAND è stato coinvolto per 30 anni con la ricerca e lo sviluppo di sistemi automatici di controllo di volo (pilota automatico) per un numero di aerei come l'F-111 , Boeing 757 e 767. E 'stato eletto all'onore di ingegneria dalla società Tau Beta Pi, è un professore associato presso l'Istituto americano di aeronautica e astronautica, autore di numerosi articoli pubblicati e documenti sul trasporto aereo, e detiene una serie di brevetti nel suo campo.
Come hobby ha trascorso oltre 20 anni intensamente studiando le evidenze scientifiche relative alle teorie sulle origini. E 'apparso spesso in radio e televisione e ha tenuto conferenze oltre 500 volte in tre continenti di organizzazioni civiche, di Stato e del Congresso commissioni legislative, le organizzazioni di insegnanti di scienze' e molte università su questo argomento. Ha assistito il New York State Board of Regents in uno studio di come le teorie sulle origini potrebbero essere insegnate nelle scuole pubbliche. Egli è anche autore della presentazione audio-visive, Evidenze scientifiche sulle origini: What Do I Say fossili. 

VESPE SIRICI

di CANCELLIEREDIDIO

Ci sono della specie di vespe chiamate "sirici" (vespe del legno). Lo speciale organo che usano per trapanare la corteccia si chiama "ovopositore", ed è più lungo dell'intero corpo della vespa. È formato da un insieme di due appendici che sporgono dalla coda, ed è affilato come un coltello. L'estremità di questo "coltello" è provvista di un'apposita tacca. Appena la larva della vespa sirice viene localizzata sotto la corteccia, la vespa trapanatrice dirige il suo apparato trapanatore verso l'obiettivo nel modo più diretto possibile. Le due appendici trapano la corteccia muovendosi avanti e indietro come una sega. Appena la larva della sirice viene raggiunta la vespa trapanatrice vi piazza dentro il suo uovo facendolo passare per il cunicolo che ha creato trapanando la corteccia. La giovane vespa inizia così il suo ciclo vitale crescendo all'interno della larva trovata da sua madre affinché venga usata sia come nutrimento che come rifugio. Ed è ancora una volta necessario reiterare che un tale perfetto disegno non può essere mai il risultato di una casuale coincidenza, ma al contrario è l'opera di un Creatore, il Possessore dell'eterna saggezza e potenza.



quarta-feira, 9 de fevereiro de 2011

GOLDSCHMIDT Y SU EXPLICACION SOBRE LAS ESPECIES

GOLDSCHMIDT Y SU EXPLICACION SOBRE LAS ESPECIES




Goldschmidt dice en cuanto a esto mismo:
«Aún más, dentro de las series de evolución lenta, como la famosa del caballo, las
etapas decisivas son abruptas.»

Goldschmidt, en contraste con Simpspn y la mayoría de los evolucionistas, aceptó las
discontinuidades en el registro fósil en su verdadero valor. Rechazó la interpretación
Neodarwiniana de la evolución (la síntesis moderna en términos actuales de micromutación y Selección Natural) que es aceptada por casi todos los evolucionistas, por lo menos por aquellos que aceptan alguna teoría que implique algún mecanismo.

Goldschmidt propuso, por su parte, que las categorías más importantes (Phyla, clases, órdenes, familias) se originaron instantáneamente por saltos bruscos o «systemic mutations» (mutaciones sistemáticas) (59-60).

Goldschmidt bautizó a su mecanismo con el nombre de «Hopeful Monster» (Monstruo
Viable). Propuso, por ejemplo, que un día un reptil puso un huevo, y que lo que salió del huevo fue ¡un ave! Según Goldschmidt, ésta es la manera en que han de ser explicadas las principales discontinuidades del registro fósil, por sucesos similares. Algo puso un huevo y ¡algo diferente nació! Los Neodarwinistas prefieren creer que el que puso el huevo es Goldschmidt, manteniendo que no hay ninguna evidencia que apoye el mecanismo «Hopeful Monster» (Monstruo Viable).












Goldschmidth arguye con la misma intensidad en que no hay ninguna evidencia para el mecanismo neodarwiniano postulado (grandes transformaciones por acumulación de micromutaciones). Los creacionistas estamos de acuerdo a la vez con Goldschmidth y con los neodarwinistas: ¡ambos están completamente equivocados! Las publicaciones de Goldschmidt ofrecen argumentos convincentes en contra del punto de vista
neodarwinista de la evolución, desde el campo de la genética y de la paleontología.

Nadie estaba más verdaderamente entregado a la filosofía evolucionista que
Goldschmidt. Si alguien deseaba encontrar formas de transición, él más. Si alguien hubiera
tenido que admitir que una forma de transición lo fuera, él hubiera sido el primero. Pero en
cuanto al registro fósil, he aquí lo que Goldschmidt tuvo que decir:

«Los hechos de mayor importancia general son los siguientes. Cuando aparece un nuevo
phylum, clase u orden, entonces sigue una rápida y explosiva .en términos de tiempo
geológico. diversificación, con lo que prácticamente todos los órdenes y familias conocidas
aparecen repentinamente y sin ninguna transición aparente.»*

Ahora preguntamos: ¿Qué mejor descripción del registro fósil se podría esperar, basados
en las predicciones del modelo de la creación? Por otra parte, a no ser que se acepte el
mecanismo evolutivo de Goldschmidt .el «Hopeful Monster». esta descripción contradice la
predicción más crítica del modelo de la evolución .la presencia de los intermediarios exigidos por la teoría en el registro fósil.


Kerkut, a pesar de no ser un creacionista, escribió un pequeño, pero notable, volumen
para exponer la debilidad y las falacias en la evidencia generalmente utilizada para apoyar la teoría de la evolución. En la fase final de su libro Kerkut afirmó que:

«Existe la teoría de que todas las formas de vida del mundo se han desarrollado a partir
de una sola fuente de vida que emergió por sí sola de lo inorgánico. Esta teoría puede ser
llamada "Teoría general de la evolución", y la evidencia que la apoya no es lo suficientemente fuerte como para que la podamos considerar algo más que una hipótesis de trabajo.»


Hay mundos de diferencia, desde luego, entre una hipótesis de trabajo y un hecho
científico establecido. Si las presuposiciones filosóficas le guían a uno a aceptar la evolución como su hipótesis de trabajo, la debería restringir a este uso, y no obligar a su aceptación, como hecho establecido.

Si, dejando aparte cualquier presuposición filosófica, sea materialista o teísta, se utilizan
la creación y la evolución como modelos para predecir la naturaleza de la evidencia histórica que se espera ha de coincidir con uno de ellos, podemos ver que el modelo de la creación es tan creíble (y nosotros creemos que mucho más) como el modelo de la evolución. Reiteramos que ningún modelo es más religioso ni menos científico que el otro.


Nadie menos que un evolucionista convencido como Thomas H. Huxley reconoció que:
«..."Creación", en el sentido ordinario de la palabra, es perfectamente concebible. No
encuentro ninguna dificultad en creer que, en algún período preexistente, el universo no estaba en existencia, y que hizo su aparición en seis días (o instantáneamente, si se prefiere), como consecuencia de la voluntad de un Ser preexistente. Tanto entonces como ahora, los argumentos a priori contra el teísmo, y dada una deidad, contra la posibilidad de actos creativos, me parecieron vacíos de un fundamento razonable.»


La mayoría en la comunidad científica y en los círculos educativos están usando la
excusa de la «ciencia» para forzar la enseñanza de su punto de vista sobre la vida sobre todo el mundo. El autoritarismo de la Iglesia medieval ha sido reemplazado por el autoritarismo del Materialismo Racionalista. Se viola el respeto mutuo, y la libre investigación queda ahogada bajo esta capa de dogmatismo. Es hora ya de cambiar.
***



El documento arriba fue sacado del sitio electrónico:
Conpoder.com

Creación, evolución y la evidencia histórica
DUANE T. GISH, PH. D.

AFIRMACIONES DE EVOLUCIONISTAS

AFIRMACIONES DE EVOLUCIONISTAS

(Referentes a la naturaleza del registro fósil)

Deseamos citar primeramente al mundialmente famosísimo George Gaylord Simpson,
paleontólogo evolucionista de primera fila. En su libro «Tempo and Mode in Evolution* (Tiempo y Método en la Evolución), afirma en la sección dedicada a «Discontinuidades Principales en el Registro (Fósil») que no hay ni trazas en ninguna parte del mundo de ningún fósil que cubra la
discontinuidad que existe entre el Hyraco-therium y su pretendida forma ancestral Condylarthra.

Después sigue diciendo: «Esto es cierto de todos los treinta y dos órdenes de mamíferos... Los miembros más antiguos conocidos de cada orden ya tienen sus características ordinales básicas, y no hay, en ningún caso, una secuencia aproximadamente continua de un orden conocido a otro. En la mayoría de los casos, la rotura de conexión es tan brusca, y la discontinuidad tan grande, que el origen del orden es especulativo, y muy disputado.»*

Después (pág. 107), Simpson afirma:
«Esta ausencia regular de formas de transición no está limitada a los mamíferos, sino
que es un fenómeno casi universal, y que ha sido notado desde hace mucho tiempo por los paleontólogos. Es cierto de casi todos los órdenes de todas las clases de animales, vertebrados e invertebrados. También es cierto de las clases, de los principales Phylum y, aparentemente, también es cierto de las categorías análogas de las plantas.»

En su libro «The Meaning of Evolution» (El Significado de la Evolución) Simpson afirma,
refiriéndose a la aparición de nuevos phylum, clases y otro grupos principales:

«El proceso por el cual ocurrieron en la evolución unos sucesos tan radicales es causa
de una disputa de las más serias que quedan entre los estudiosos profesionales de la evolución. La cuestión es si tales sucesos principales tuvieron lugar instantáneamente por algún proceso diferente en esencia de los que formarían parte en un cambio evolutivo más o menos gradual, o si toda la evolución, incluyendo estos cambios principales, queda explicada por los mismos procesos y principios directivos, siendo sus resultados mayores o menores en función del tiempo implicado, de la intensidad relativa de la selección y de otras variables en cualquier situación dada.»









La posibilidad de tal disputa existe porque las transiciones entre los principales grados
de organización son apenas registradas por fosilización. Hay una tendencia en este respecto hacia una deficiencia sistemática en el registro de la historia de la vida. Así, es posible afirmar que tales transformaciones no están registradas porque no existieron, que los cambios no fueron por transición, sino por saltos repentinos en la evolución.»41


Si los phylum, clases, órdenes y otros grupos principales fueran conectados por formas
de transición en lugar de aparecer repentinamente en el registro fósil con sus características básicas completas, no habría necesidad, desde luego, de referirse a su aparición en el registro fósil como «sucesos radicales». Además ¡es imposible enfatizar con suficiente intensidad el que aun los mismísimos evolucionistas estén discutiendo entre ellos si estas categorías principales aparecieron instantáneamente o nol ¡Precisamente, el argumento de los creacionistas es que estas formas sí que se formaron instantáneamente, y que las formas de transición no están registradas en el registro fósil porque nunca existieron! Así, los creacionistas desearíamos reformar la afirmación de Simpson para que se leyese:
«Es así posible afirmar que tales transformaciones no están registradas porque no
existieron, y que estos tipos principales se originaron por creación en lugar de por un proceso de evolución gradual.»

En un trabajo más reciente, Simpson afirmó que:
«Es una característica del registro fósil el que la mayoría de los grupos taxonómicos
aparecen bruscamente.»

En el mismo párrafo, afirma que:
«Las discontinuidades entre las especies conocidas son esporádicas y a menudo
pequeñas. Entre los órdenes, clases y phylum conocidos son sistemáticas y casi siempre
grandes.»
A pesar de que es nuestro propósito hacerlo, apenas si es necesario documentar ya más
la naturaleza del registro fósil. Parece obvio que si las afirmaciones anteriores de Simpson se desnudasen de todas las presuposiciones y de los supuestos mecanismos evolutivos para quedar simplemente el registro del hecho, describen exactamente lo que demanda el modelo creacionista. Este registro es, no obstante, terriblemente deficiente a la luz de las
presuposiciones y predicciones del modelo evolucionista.

Nadie se ha entregado más de corazón que Simpson a la «Filosofía materialista
mecanicista compartida por la mayor parte del "Establishment" actual en las ciencias biológicas».

Así, como él mismo lo ha expresado «Encuentra lógico, si no exigido científicamente, el asumir que la aparición de un nuevo grupo sistemático no es evidencia de creación...»
Así, Simpson ha gastado un tiempo y un esfuerzo considerable en sus intentos de doblar
y retorcer cada faceta de la teoría de la evolución para explicar las deficiencias del registro fósil, intentándolo acomodar a la hipótesis evolutiva (44-46). Pero tenemos que hacer observar que, si se adopta la evolución a priori, siempre es posible adoptar hipótesis auxiliares .no probadas, y por sus mismas naturalezas imposibles de probar. Para hacer que funcione en cualquier caso específico.



Por este proceso, la evolución desemboca en lo que Thorpe llama uno de sus «Cuatro Pilares de la Ignorancia» .evolución mental que es el resultado de tentativas casuales preservadas por apuntalamientos. Con referencia a la naturaleza del registro fósil, Arnold ha dicho:
«Se tuvo por mucho tiempo la esperanza de que las plantas extinguidas revelarían al fin
algunas de las etapas a través de las cuales han pasado los grupos existentes durante el curso de su desarrollo, pero se puede admitir libremente que esta aspiración se ha cumplido en una extensión muy insignificante, a pesar de que la investigación paleobotánica ha estado en desarrollo por más de cien años.» "

Las siguientes afirmaciones del profesor E. J. H. Córner, de la Escuela Botánica de
Cambridge (Universidad de Cambridge), fueron refrescantemente cándidas:
«Se puede aducir mucha evidencia en favor de la teoría de la evolución .de la biología,
biogeografía y paleontología, pero pienso que para las personas sin prejuicios, el registro fósil de las plantas está todavía en favor de la creación especial.»

Olson ha dicho:
«Un tercer aspecto fundamental del registro fósil es algo diferente. Repentinamente
aparecen muchos grupos de plantas y animales, aparentemente sin ningún antecesor cercano. La mayoría de los grupos de organismos .Phyla, Subphyla, y aún las mismas clases. Han aparecido de esta manera... El registro fósil, que ha producido el problema, no da mucha ayuda para su solución... La mayoría de los zoólogos y la mayoría de los paleontólogos sienten que las interrupciones y bruscas apariciones de nuevos grupos pueden ser explicadas por el que el registro fósil esté incompleto. Algunos paleontólogos están en desacuerdo y creen que estos eventos cuentan una historia que contradice a la teoría, y que no se registra en los organismos vivos.»

En relación a lo que algunos afirman sobre que el registro fósil esté (¡después de 150
años de búsqueda!) incompleto, nos remitimos a la afirmación de George ya citada al principio de este artículo sobre la gran riqueza del registro, y al hecho de que las discontinuidades, según el propio G. G. Simpson, son sistemáticas. Aún se puede citar a otro autor para otra refutación a esta superficial «explicación» de las discontinuidades en el registro fósil:

Newell ha dicho:

«Muchas de las discontinuidades tienden a ser más y más enfatizadas con el aumento de
las colecciones.»


En su reciente libro sobre los principios de la Paleontología, Ramp y Stanley han
afirmado:

«Desafortunadamente, los orígenes de las categorías taxonómicas superiores están
cubiertas de misterio; comúnmente, nuevas categorías más elevadas aparecen abruptamente en el registro fósil sin evidencia de formas de transición.» n

DuNouy ha descrito la evidencia de esta manera:

«Brevemente, cada grupo, orden, o familia, parece haber nacido repentinamente, y a
duras penas, si jamás, encontraremos las formas que las unen al grupo precedente. Cuando las descubrimos, están ya diferenciadas. No solamente no encontramos prácticamente ninguna forma de transición, sino que en general es imposible conectar un grupo nuevo con uno más antiguo.»

Khun ha enfatizado:

«El hecho de la descendencia persiste. De todas formas, la descendencia traspasando
los límites circunscritos tipológicamente no se puede demostrar en ninguna parte. Por tanto, podemos hablar de descendencia dentro de los tipos, pero no de descendencia de tipos.»

Tratando de los principales grupos, o Phyla, Clark ha afirmado:

«No importa lo lejos que lleguemos en el registro fósil de la vida animal previa sobre la
tierra, no encontramos ni traza de cualquier forma animal que sea intermedio entre cualquiera de los principales grupos, o Phyla.» M «Más adelante de este mismo volumen dice: .Ya que no tenemos evidencia, ni la más mínima, sea entre animales vivientes o fósiles, de tales tipos de intergradación siguiendo a los grupos principales, es una recta suposición suponer que tales tipos jamás han existido..»


Aun en las famosas series equinas que tantas veces han sido alzadas en pendón como
«prueba» de la evolución dentro de los órdenes, encontramos que las formas de transición entre los tipos principales faltan. Así, DuNouy ha afirmado en referencia a los caballos:
«Pero cada uno de estos intermediarios aparece "repentinamente" y no ha sido aún
posible, por falta de fósiles, reconstruir estos pasos entre estos intermediarios. Aun así, tienen que haber existido. Las formas conocidas permanecen separadas como los pilares de un puente en ruinas. Sabemos que se construyó el puente, pero solo vestigios de los apoyos estables permanecen. La continuidad que asumimos puede nunca quedar establecida por los hechos.»

ORIGEN DEL VUELO

6. El origen del vuelo:

El origen del vuelo debería suministrarnos casos excelentes para presentar evidencias
evolucionistas en contra de las tesis creacionistas, si lo primero fuera lo cierto. Para llegar a volar, casi todas las estructuras de un animal no volátil requerirían un cambio de estructura, y las formas de transición resultantes deberían ser fácilmente detectables en el registro fósil. Se supone que el vuelo ha evolucionado separada e independientemente en cuatro ocasiones .en los insectos, aves, mamíferos (los quirópteros), y reptiles (los pterosauríos, ya extinguidos).










En cada caso se supone que se precisaron muchos millones de años para llegar al vuelo, y en cada caso se hubieran visto envueltas en ello formas casi innumerables de transición. Pero aún así, no se encuentra nada, ni un solo caso, que se aproxime a una serie de transición.


E. C. Olson, un evolucionista y geólogo, afirma en su libro «La Evolución de la Vida», que
«en lo que concierne al vuelo, hay algunas discontinuidades muy grandes en el registro fósil». (Pag. 180.)


En lo que concierne a los insectos, dice Olson: «No hay prácticamente nada que nos
informe sobre la historia del origen del vuelo en los insectos.» (Pag. 180.) En lo que trata de los reptiles voladores, Olson nos informa de que: «El vuelo verdadero está primeramente registrado entre los reptiles en los Pterosauríos del período Jurásico.

Aunque los más primitivos de ellos estaban algo menos especializados para el vuelo que los últimos, no hay en absoluto ningún tipo o señal de etapas intermedias.» (Pag. 181.)

Referente a las aves, Olson nos informa de que: «El vuelo verdadero está primeramente registrado entre los reptiles en los Pterosaurios del período Jurásico. Aunque los más primitivos de ellos estaban algo menos especializados para el vuelo que los últimos, no hay en absoluto ningún tipo o señal de etapas intermedias.» (Pag. 181.)

Referente a las aves, Olson habla del Archaeopteryx como «reptiloide», pero afirma que por su posesión de plumas «muestra que es un ave» (pág. 182). Finalmente, con referencia a los mamíferos, Olson afirma que: «¿a primera evidencia de vuelo en los mamíferos es en los murciélagos ya completamente desarrollados del Eoceno.» (Pág. 182.)


El caso del Archaeopteryx:1

1 Además de todas las consideraciones que se apuntan sobre el Archaeopteryx en el cuerpo del texto cabe publicar aguí un hecho muy significativo, y que viene a confirmar de una manera espectacular las observaciones sobre el hecho de que el Archaeopteryx era un ave verdadera, y no una forma de ^transición*. Se ha efectuado recientemente un descubrimiento que destruye cualquier base posible para mantener al Archaeopteryx en el lugar en que .a falta de algo mejor. lo hablan colocado
.
La revista Science-News (vol. 112, sept., 24, ¿977, p. 19S) anunciaba el descubrimiento de los restos de un ave Indudablemente verdadera unos «60 millones de anos más antigua» que el Archaeopteryx. Esta afirmación fue hecha por lames A. Jensen, de la Brigham Young Üniverslty.


El profesor John H. Ostrom, de la Universidad de Yole, afirma que .es evidente que debemos ahora buscar los antecesores de las aves voladoras en un periodo de tiempo mucho mas antiguo. Así, pues, no se puede documentar ninguna serie de transición en ningún momento de la pretendida transición al vuelo y, tan sólo en un caso, se ha alegado la presencia de una forma de transición. En este último caso, el así llamado intermedio no es intermedio en absoluto, porque tal y como los paleontólogos reconocen hoy en día, el Archaeopteryx era un ave verdadera. Poseía alas, estaba dotada completamente de plumas, volaba. No era medio-ave. Era un ave.

Jamás se ha encontrado una forma de transición con sólo parte de plumas y sólo parte de alas. Las características que se alegan del Archaeopteryx consisten en los apéndices
garróideos en los ejes-guía de las alas, la posesión de dientes, y vértebras que se extendían hacia afuera, formando una cola. Se cree que, poseyendo una quilla pequeña, era más bien un valador torpe. Mientras que tales características podrían ser de esperar si las aves evolucionaron de los reptiles, no constituyen por sí mismas una prueba en absoluto de que así haya sucedido, ni demuestran que el Archaeopteryx sea un intermedio entre los reptiles y las aves.

Por ejemplo, en Sudamérica existe hoy en día un ave, el Hoatzin (Opisthocomus Hoatzin), el cual posee dos garras en su etapa juvenil. Aun más, es un volador torpe, con una quilla asombrosamente pequeña.34 Esta ave es .sin duda alguna. cien por cien ave, aun poseyendo dos de las características por las cuales se le imputa una ascendencia reptiliana al Archaeopteryx.


Mientras que las aves modernas no poseen dientes, otras aves más antiguas, aves cien
por cien sin sombra de duda, los poseían. ¿Demuestra ello que los antepasados de las aves fueron los reptiles, o simplemente demuestra que algunas aves antiguas tenían dientes, mientras que otras no los tenían? Algunos reptiles tienen dientes y otros no los tienen. Algunos anfibios poseen dientes, otros no. De hecho, esto es cierto a toda aves de todas las categorías de subphylum .peces, anfibios, reptiles, aves y mamíferos incluidos.


Siguiendo la analogía de que las aves dentadas son primitivas mientras que las
desdentadas son más avanzadas, los monotremas (por ejemplo, el Ornitorrinco y el Equidna), ambos mamíferos, desdentados, {deberían ser considerados más avanzados que los humanos! Y a pesar de ello, estos mamíferos son considerados como los más «primitivos» de todos los mamíferos. (Por cierto que se da la curiosa circunstancia de que ison los últimos en aparecer en el registro fósill) ¿Qué valor filogenético se le puede dar a la posesión o no posesión de dientes?

En lo que se refiere al «Status» del Archaeopteryx, DuNouy afirmó:

«Desafortunadamente, la mayor parte de los tipos fundamentales del reino animal están,
desde el punto de vista paleontológico, desconectados. A pesar del hecho de que está
innegablemente relacionado a la vez con los reptiles y con las aves (relación que la anatomía y la fisiología de los especimenes verdaderamente vivientes demuestra), no estamos autorizados a considerar el caso excepcional del Archaeopteryx como una verdadera conexión. Por conexión queremos decir una etapa de transición necesaria entre tales clases como reptiles y aves, o entre grupos menores. Un animal, por el hecho de que muestre características pertenecientes a que aquel en el que vivió el Archaeopteryx..

Asi, Ostrum concluye en que el Archaeopteryx no fue el antecesor de las aves.
Una y otra vez, los evolucionistas han citado al Archaeopteryx como él ejemplo de una forma de transirían . Ahora el Archaeopteryx ha sido destronado de su sitial. El evolucionismo se vuelve mas y mas insostenible según se va acumulando la evidencia fósil, y se va haciendo mas evidente la frase de Newell: .Muchas de las discontinuidades tienden a ser mas y mas enfatizadas con el aumento de las colecciones..í (Nota del traductor.) dos grupos diferentes, no puede ser tratado como una verdadera conexión en tanto que no se hayan hallado las etapas intermedias, y en tanto que los mecanismos de transión permanecen desconocidos.» "


¿Cuál, pues, parece ser la conclusión más razonable? Creemos que el registro fósil no
permite mejor secuela que la que Marshall ha publicado recientemente:
«El origen de las aves es mayormente asunto de deducción. No hay fósiles de las etapas a través de las cuales se logró el asombroso cambio de reptil a ave.» "


Objeciones contestadas:

En vista de todo lo anterior, se presentan muchas excusas, alegando que las estructuras
delicadas generalmente no se preservan en forma fósil, para presentar una explicación al hecho de que no haya ninguna indicación, en el registro fósil, de la evolución de las plumas. Pero esta objeción no es posible en el caso de la pretendida evolución del vuelo en los reptiles voladores y los muciélagos.

Hay muchas diferencias, y muy significativas, entre reptiles voladores y no voladores.
Otra vez nos remitímos a la obra de Romer, «Paleontología Vertebrada».x Se muestra en la página 140 la reproducción del Sal-toposuchus (fig. 214 de su libro), un representante de los Tecodontos del Triásico, que Romer cree dieron lugar a los reptiles voladores (Pterosaurios, Dinosaurios y aves. La comparación de esta forma con las reconstrucciones de los más primitivos representantes entre los dos subórdenes de los Pterosaurios (páginas 144 y 146) revelan la vasta discontinuidad entre ellos, una discontinuidad no conectada por intermediarios fósiles. Desde luego, también existe una discontinuidad similar entre esta criatura y el Archaeopteryx.


El Saltoposuchus, teocodonte del que Romer y otros creen tuvieron su origen los dinosaurios, las aves y los reptiles. Tomado de Paleontología Vertebrada de Romer.
Casi todas las estructuras en el Rhamphorhyncus, Pterousaurio de cola larga (ñg. 222,
pág. 144) le eran peculiares. Es esencialmente obvia (como en todos los Pterosaurios) la gran longitud de su cuarto dedo, en contraste con los otros tres dedos que este reptil poseía. Este cuarto dedo proveía todo el apoyo para la membrana que actuaba de ala. Por ciento que no era una estructura delicada, y si los pterosaurios tuvieron su origen en la evolución de los Tecodontes o de algún otro reptil terrestre, deberían haber sido halladas formas de transición mostrando un alargamiento gradual de este cuarto dedo. No obstante, no se ha descubierto ni una señal de tales formas de transición.



Rhamphorhyncus, un Pterosaurio de cola larga.




Tomado de The Osteolow oí tht Rcptilu de Williston. Aún más especial era el grupo Pterodactiloide de los pterosaurios (fig. 225, pág. 146). E1 Pteronodonte no solo tenía un pico largo y desdentado y un penacho óseo largo extendiéndose hacia atrás, sino que sus cuatro dedos sostenían ¡un ala de 8 metros de envergadura! ¿Dónde están las formas de transición documentando el origen evolutivo de estas y otras estructuras especiales
de los Pterosaurios?

En cuanto al murciélago, se supone que evolucionó de insectívoros terrestres, a pesar de
que, como se ha afirmado anteriormente, el murciélago más antiguo conocido en el registro fósil es cien por ciento murciélago, y no se puede encontrar ni traza de formas de transición. En el murciélago, cuatro de los cinco dedos sostienen la membrana del ala y son extremadamente largos comparados con una mano normal. Estas y otras estructuras únicas, como el radio y el cubito, que se unen en la mitad dista! para formar un hueso simple en el Palaeochiropteryx (Romer, fig. 322, pág. 213), son huesos sólidos, y no estructuras delicadas.

Si las formas de transición existieron, ciertamente que hubieran debido quedar preservadas. La completa ausencia de las tales deja sin respuesta, tomando como base el modelo evolucionista, preguntas tales como: ¿Cuándo, de qué, dónde y cómo tuvieron su origen los murciélagos?

Ahora queremos plantear la pregunta: En lo que concierne al origen del vuelo. ¿Qué modelo, el de la creación, o el de la evolución, tiene mayor apoyo del registro fósil? A nosotros la respuesta nos parece clara. Ni un solo hecho contradice las predicciones del modelo creacionista: la verdadera evidencia falla en apoyar las predicciones del modelo evolucionista. Aquí, donde sería más fácil y obvio el hallar las formas de transición si la evolución fuera realmente la causa de estas criaturas tan altamente desarrolladas y especializadas, no se encuentra ni una. ¿Podría ser más cruel y caprichoso el registro fósil para los paleontólogos evolucionistas? El registro histórico inscrito en las rocas está gritando literalmente: ¡CREACIÓN!




Pteronodonte, un reptil gigante que tenia una longitud total de alas de más de ocho metros. Tomado de Paleontología Vertebrada de Romer. Palaeochiropteryx, el más antiguo de los murciélagoe conocidos, fósil del Eoceno. Los ejemplos citados en este artículo no son en ninguna manera excepciones, sino que sirven para ilustrar lo que es característico del registro fósil. Mientras que se puede observar una transición en el nivel de las su-bespecies, y se puede inferir en el de las especies, la ausencia de las formas de transición entre las categorías más elevadas de clasificación (los géneros creados
del modelo creacionista) es regular y sistemática. Nos proponemos documentar esta afirmación citando afirmaciones públicas de evolucionistas.



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DE LOS ANFIBIOS A LOS REPTILES Y MAMÍFEROS

5. De los anfibios a los reptiles y mamíferos


Es en la frontera anfibiana-reptiliana y reptiliana-mamífera donde se han hecho las más
fuertes reivindicaciones de tipos de transición que conecten clases. Pero examinándolos con atención, vemos que son simplemente aquellos que, en el registro fósil, más se parecen en estructura esqueletal.

La conversión de un invertebrado a vertebrado, de pez a cuadrúpedo con pies y piernas,
o de animal terrestre a volátil son unos pocos ejemplos de cambios que requerirían una
revolución en toda la estructura del animal. Tales transformaciones deberían proveer una serie de transición claramente reconocible como tal en el registro fósil si hubieran ocurrido por medio de un proceso evolutivo. Por otra parte, si el modelo creacionista es el verdadero, es en estas fronteras donde la ausencia de formas de transición será más evidente.

Pero vemos que lo cierto es lo contrario en la frontera anfibio-reptiliana y en la reptilmamífera, particularmente en la primera. Siendo posible distinguir entre los reptiles y anfibios actuales, vivientes, en base de sus características esqueletales, son .no obstante., mucho más distinguibles por medio de sus partes blandas y, de hecho, la característica definitiva que separa a los reptiles de los anfibios es la posesión por parte de los reptiles, en contraste con los anfibios, del huevo amniótico.


Muchas de las características para determinar un mamífero residen en su anatomía o
fisiología «blanda». Esto incluye su manera de reproducirse, la temperatura caliente de la
sangre, respiración por medio de la posesión de un diafragma, la posesión de glándulas mamarias y la posesión de pelo.

Con todo esto, las dos diferencias más fácilmente distinguibles entre reptiles y mamíferos
no han sido nunca conectadas por series de transición. Todos los mamíferos, existentes o
fósiles, tienen un solo hueso, el dentario, a cada lado de la mandíbula inferior, y todos los
mamíferos, existentes o fósiles, tienen tres osículos auditivos (que forman el oído medio), el martillo, el yunque y el estribo. En algunos reptiles fósiles, el número y tamaño de los huesos de la mandíbula inferior es reducido comparado con los reptiles vivientes.

Aun así, todos los reptiles, vivientes o fósiles, tienen como mínimo cuatro huesos en la mandíbula inferior, y todos poseen un solo osículo auditivo, el estribo. No hay, por ejemplo, formas de transición que muestren dos o tres huesos en la mandíbula, o dos osículos auditivos, y tampoco no ha explicado nadie como se las arreglaba la forma de transición para marticar mientras su mandíbula se tenía que dislocar y rearticular, o como podía oír mientras se le iban formando los otros dos huesos en el oído medio.





Aún hay más. Para que los hechos del registro fósil puedan encajar en las predicciones
del modelo evolucionista se tiene que establecer una secuencia cierta de tiempo que encaje con estas predicciones. Esto no ha sido posible con la secuencia Anfibios-Reptiles-Mamíferos a base del material fósil descubierto hasta ahora:

Las conocidas formas Seymuria y Didactes, de las cuales se dice que están en la línea
de división entre reptiles y anfibios, son del Pérmico anterior. O sea, que han llegado 20 millones de años demasiado tarde para ser los antecesores de los reptiles, si es que hemos de seguir la cronología evolucionista. Los pretendidos reptiles base del orden Cotilosauria, se encuentran no en el Pérmico posterior a ellos, sino en el período precedente, el Carbonífero tardío (Pensilvánico).


De hecho, los reptiles «mamiferoides» del suborden Sinápsida, que supuestamente
dieron origen a los mamíferos, se hallan en el Pensilvánico (Carbonífero tardío), y posiblemente en el Pensilvánico anterior. Así, el Seymuria y el Didactes, «antecesores» de los reptiles, no solamente postdatan a los mismos reptiles por decenas de millones de años, sino que también postdatan a los mismos antecesores de los mamíferos por un lapso de tiempo igual.


Según el modelo evolucionista, los mamíferos asumieron la supremacía sobre los reptiles
en un período relativamente tardío de la historia de los reptiles. Si esto es cierto, se podría
asumir razonablemente que la rama de reptiles de que tuvo su origen se desarrolló tardíamente en la historia de los reptiles. Pero aquí también vemos que lo cierto es lo contrario, si es que fueron los Sinápsidos los que antecedieron a los mamíferos. La subclase Sinápsida esta fechada entre los más primitivos de los reptiles conocidos, no los últimos, y se supone que pasaron su apogeo aún antes de la aparición de los Dinosaurios.


Según Romer, los reptiles sinápsidos fueron disminuyendo en número durante el
Triásico, quedando esencialmente extintos hacia el final de aquel período, y pasaron muchos millones de años antes de sus «descendientes» llegaran a una posición de dominio.34 Si la selección natural es el proceso que rige la evolución (y la definición de la Selección Natural es que es un proceso por el que el organismo más capacitado para la lucha por la vida es el que produce mayor descendencia), entonces, si la anterior historia de Romer es cierta, tendremos que concluir en que la transición del reptil al mamífero triunfó a pesar de la Selección Natural, en lugar de triunfar a causa de ella.



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DE LOS PECES A LOS ANFIBIOS

4. De los peces a los anfibios:


Se ha investigado cuidadosamente el registro fósil, buscando series de transición que
conectasen los peces con los anfibios, pero no han sido halladas. La conexión más «próxima» que se ha propuesto ha sido la que pretendidamente existe entre el Crosopterigio Rifidistio (pez) y los anfibios del género Ichthyostega. Existe, no obstante, una tremenda discontinuidad entre los Cro-sopterigios y los Ichthystegas, una discontinuidad que se habría extendido durante muchos millones de años, y durante los cuales hubieran debido existir innumerables formas de transición. Estas formas de transición deberían mostrar un cambio lento y gradual de las aletas pélvicas y pectorales del Crosopterigio, transformándose en los pies y piernas del anfibio, juntamente con la pérdida de otras aletas, y la concurrencia de otras transformaciones requeridas para su adaptación al habitat terrestre.

Reconstrucciones de un anfibio Ichthyostega y su supuesto antepasado Crosopterigio.
¿Cuáles son los hechos? No se ha encontrado ni una forma de transición entre la aleta
del Crosopterigio y el pie del Ichthyostega. Los miembros del Ichthyostega eran ya del tipo
anfibio básico, no mostrando ningún vestigio de descendencia de aletas.

¿Por qué se eligió el Crosopterigio Rifidistio como el supuesto antepasado de los anfibios? Ante todo, no hay ninguno mejor a mano. Echando a faltar un candidato intermedio
entre peces y anfibios, se investigaron los varios grupos de peces. Entonces se adoptó el Crosopterigio como el grupo más aproximado a haber sido el antepasado de los anfibios.










Esta elección se debió mayormente a unos diseños de cerebro similares al del Ichthyostega, la posesión de la vértebra en «arco» encontrada en el Ichthyostega y en otros Labirintodontos, y la presencia de huesos en las aletas, por lo cual, en algunos aspectos, se podría construir una ruda homología con los huesos del cuadrúpedo.


Según Romer, la presión selectiva que permitió el origen de los anfibios cuadrúpedos a
partir de sus antecesores los peces fue el hecho de que en el período Devónico fueron
características unas sequías periódicas, durante las cuales se supone que evolucionaron los anfibios.





Esto obligó al Crosopterigio a salir de los lagos y ríos que se secaban (se cree que poseía
pulmones) para buscar otros parajes acuáticos. Aquellas formas que habían heredado cambios por mutaciones que permitiesen una locomoción más eficiente por la tierra habrían sobrevivido en número mayores que formas menos bien equipadas. Un gran número de episodios de estos dieron origen, después de millones de años, a un verdadero anfibio.


Esta historia, atractiva a primera vista, pierde su plausibilidad cuando se consideran los
siguientes hechos: Ya que los anfibios se encuentran en el Devónico posterior, hubieran debido evolucionar bien dentro del Devónico cuando sus supuestos antepasados Crosopterigios estaban aún florecientes. Si la historia de Romer es cierta, en lugar de ello, el Devónico debería mostrar extinciones en masa de los Crosopterigios, así como de otras formas de agua dulce. Lo cierto es precisamente lo contrario.

En el Carbonífero Primitivo anterior se encuentran otros tres órdenes anfibianos. Ya que
estos anfibios altamente diversificados aparecen primeramente en el Carbonífero Primitivo
anterior con sus características ordinales completas, tendrían que haber empezado a evolucionar bien atrás, en el Devónico, tal como supuestamente hicieron los Ichthyostégidos. Las mismas presiones selectivas debieron haber sido ejercidas sobre estos tres órdenes como sobre los Ichthyostégidos y deben haber evolucionado a partir de los Crosopterigios o de los Ichthyostégidos. Pero ninguno de estos tres órdenes tiene la vértebra en forma de «arco» que poseen los Crosopterígidos y los Ichthyostégidos, sino que poseen la vértebra «más primitiva», la del tipo «Lepos-pondylos» o vaina. ¿Cómo, pues, se puede utilizar la vértebra en «arco» para conectar el Crosopterigio con los anfibios?



Aún más, de estos tres órdenes, el Aistopoda poseía un cuerpo largo, como de serpiente,
con unas 200 vértebras. En todas estas formas los pies eran pequeños, y muchas ni siquiera los poseían (ni aun siquiera trazas de la cintura escapular o pélvica! En algunas formas del orden Nectridea los cuerpos eran también largos como los de los Aistopodos, faltando asimismo los pies. Si el Ichthyostega o una forma similar fue el antecesor de todos los anfibios, entonces tenemos que mientras que él estaba en el proceso de derivar cuatro pies a partir de las aletas pectorales y pélvicas de su antecesor Crosopterigio, su descendencia estaba igual de ocupada intentando desembarazarse de ellos!





¿Qué presiones selectivas dieron lugar a los cuatro pies en los Ichthyostégidos mientras
que causaban simultáneamente su reducción y pérdida entre los Aistopodos y Nectrídeos? ¿Por qué estas formas tan diversas aparecen en el registro fósil con una «divergencia» ya completa en su primera aparición, sin evidencia de formas de transición!


Los tres órdenes existentes de anfibios incluyen las salamandras y lagartijas (Urodelata o
Caudata); los ápodos (Apoda o Caecilia), parecidos a los gusanos, sin órganos de locomoción; y las ranas y sapos (Anura o Salientía) que están entre los vertebrados terrestres más especializados, con extremidades posteriores largas y sin cola. Todos estos modernos anfibios poseen la vértebra más «primitiva» del tipo Lepospondylos, en lugar de la vértebra en «arco» que supuestamente conecta a los anfibios con sus antecesores Crosopterigios. Aun más, no hay formas de transición conectando estos tres órdenes modernos que constituyen la subclase.


Lissamphibia, con los anfibios hallados en el Paleozoico. Refiriéndose a ellos, Romer afirma:
«Entre ellos y el grupo del Paleozoico hay una amplia discontinuidad no cubierta por
material fósil.»»


La discontinuidad extremadamente amplia entre pez y anfibio, como se ha observado
entre los Crosopterigidos Rifidistios y los Ichthyostégidos, la aparición repentina .de hecho .de todos los órdenes anfibios del Paleozoico con sus diversas características ordinales completas en los primeros representantes, la ausencia de cualquier forma de transición entre estos órdenes del Paleozoico, y la ausencia de formas de transición entre ellas y las que existen actualmente es, todo ello, contradictorio a las predicciones del modelo evolucionista. No obstante, estos hechos son tal como los predichos por el modelo creacionista.


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ORIGEN DE LOS PECES

3. El problema del origen de las diversas clases de peces:

Una lectura cuidadosa del libro de Romer «Paleontología Vertebrada», parece no permitir
otra conclusión sino la de que las clasificaciones principales de peces son ya clara y
distintamente «divergentes», sin formas de transición que las conecten. La primera en aparecer en el registro fósil es la clase Agnatha. Los más antiguos de estos vertebrados, representantes de los dos órdenes Osteostraci y Heterostraci, han quedado casi siempre incrustados en material óseo u otro material duro. En lo que concierne a su origen, Romer escribe:

«En los sedimentos de la época Silúrica posterior y Devónica anterior están presentes
muchos vertebrados de características ictíneas de varios tipos, y es obvio que ha tenido que existir una larga historia evolutiva antes de este tiempo. Pero en lo que se trata de esta historia, la ignoramos mayormente.» (Pag. 15, edición inglesa.)









En cuanto a los Ostracodermos (Osteostraci), Romer escribe así:

«Cuando primeramente aparecen estos Ostracodermos, ya tienen una larga historia a
sus espaldas y están divididos en varios grupos distintos.» (Pag. 16.)

De los Heterostraci, dice Romer que desde luego no están relacionados de cerca con las
otras formas de la clase Agnatha. Si evolucionaron, también deben tener una historia evolutiva muy larga. Pero, igual que los Ostracodermos, aparecen repentinamente en el registro fósil sin ninguna evidencia de antecesores evolutivos.

Los Placodermos son causantes de buenos dolores de cabeza. Existían dentro de los
Placodermos sobre unas seis clasificaciones mayores de peces monstruo. De ellos dice Romer:

«Hay pocos caracteres comunes uniendo estos grupos, aparte de que todos ellos, sin
excepción, son peculiares.» (Pag. 24.)


Después de esto, sigue diciendo:

«Aparecen en un momento .más o menos sobre la frontera Siluriano-Devónica. en
que esperaríamos la aparición de los antecesores apropiados de los tiburones y de los grupos superiores de peces óseos. Serían de esperar formas «generalizadas» que encajaran limpiamente en nuestra preconcebida secuencia evolutiva. ¿Las conseguimos en los Placodennos? No, en absoluto. En su lugar encontramos una serie de tipos brutalmente imposibles que no encajan en ningún esquema apropiado, que no parecen venir de ninguna fuente anterior .a primera vista., ni ser antecesores apropiados para ningún tipo posterior más avanzado. De hecho, lo que uno tiende a sentir es que la presencia de esto Placodermos, que forman una parte tan importante de la historia Devoniana, es un episodio incongruente. ¡La situación se habría simplificado si nunca hubieran existido!» (Pag. 33.)


Pero existieron, y su registro no apoya, sino que contradice fuertemente el modelo
evolucionista. Los tipos superiores de peces, los «ortodoxos», estructurados bajo planes bien reconocidos, con aletas apareadas y mandíbulas bien desarrolladas, están colocados dentro de las dos clases, los Chondrichthyes o peces cartilaginosos, y los Osteichthyes, o peces óseos superiores.


Algunos, en el pasado, han argumentado que la ausencia de huesos en los peces
cartilaginosos representa una condición primitiva, y que los Chondrichthyes fueron una etapa evolutiva precediendo a los peces óseos. Romer argumenta con fuerza contra esta línea de pensamiento, señalando el hecho de que los tiburones son unos de los últimos grupos de clasificación taxonómica mayores en aparecer en el registro fósil.


Así, Romer continúa:

«El registro, de hecho, encaja mejor en la conjetura opuesta: que los tiburones son
degenerados en lugar de primitivos en sus caracteres esqueléticos; que su evolución ha sido paralela a la de otros varios tipos de peces en su tendencia hacia la reducción ósea; y que se tiene que buscar a sus antecesores entre los peces óseos primitivos con mandíbulas, del tipo general de los Placodermos. Ningún Placodermo conocido puede ser identificado como antecesor verdadero de los Chondrichthyes, pero nos hemos dado cuenta de que algunos de los peculiares Petalichthydeos parecen mostrar etapas morfológicas de reducción esqueletal. El conocimiento creciente de los Placodermos Devónicos anteriores puede algún día atar cabos.» (Pag. 38.)


Antes, y refiriéndose a los Placodermos, Romer había declarado:

«Debemos considerar seriamente que al menos los tiburones y Quimeras puedan haber
descendido de tales imposibles antepasados.» (Pag. 34.)

Una consideración al modelo Creacionista, ¿no sería aquí mucho más razonable que una apelación a imposibles antepasados!

Sobre los peces típicamente óseos, Romer registra el hecho de que su aparición en el
registro fósil es «dramáticamente repentina». (Pag. 52.) Más adelante (pág. 53), afirma:
«El antecesor común de los grupos de peces óseos es desconocido.» «Hay varios
caracteres, muchos de ellos descripto anteriormente, en los cuales las dos típicas subclases de peces óseos ya son claramente divergentes cuando las contemplamos en su principio.»



Así, el registro fósil no muestra antecesores ni formas de transición de los grupos
mayores de clasificación de peces. Basándonos en el registro conocido, tales antecesores
hipotéticos y las formas de transición necesarias son tan sólo el producto de la especulación.


¿Cómo pues se puede presentar el argumento de que la explicación ofrecida por el modelo evolucionista es más científica que la ofrecida por el modelo creacionista?
Y, ¿no está de acuerdo esta evidencia con el modelo creacionista, siendo a la vez un
embarazo para el modelo evolucionista?

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DE LOS INVERTEBRADOS A LOS VERTEBRADOS

2. De los Invertebrados a los Vertebrados:


La idea de que los vertebrados derivaron de los invertebrados es una pura conjetura que
no puede ser documentada por el registro fósil. Se ha propuesto, en base de la anatomía
comparativa y de la embriología de las formas vivientes, casi cada uno de los grupos invertebrados en ocasiones diferentes (29-30). Supuestamente, la forma de transición de
invertebrado a vertebrado pasó por una etapa cordada sencilla.


¿Posee el registro fósil de evidencias de tal transición? La respuesta a esta pregunta
tiene que ser un NO absoluto.

Ommaney ha afirmado:

«Desconocemos cómo evolucionó este primer cordado, cuáles fueron las etapas que
recorrió en su desarrollo hasta dar finalmente verdaderos peces tal como ahora los conocemos.

Entre el período Cámbrico, en que es probable que apareciera, y el Ordoviciano, en el que se encuentran los primeros fósiles con características de pez, existe un lapso de unos 100 millones de años que, probablemente, nunca podremos llenar.»

¡Increíble! ¡Cien millones de años de evolución, y ninguna forma de transición! Todas las
hipótesis combinadas, no importa lo ingeniosas que sean, nunca pueden pretender, basándose en la teoría de la evolución, explicar una discontinuidad de tal magnitud. Por otra parte, está de completo acuerdo con el modelo creacionista.





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DEL PRÉCAMBRICO AL CÁMBRICO

COMPARACIÓN DEL REGISTRO FÓSIL CON LAS PREDICCIONES DE LOS DOS MODELOS

1. Del Precámbrico al Cámbrico:
Las rocas más antiguas en las cuales se encuentran fósiles indiscutibles son las del
período Cámbrico. En estos depósitos sedimentarios se encuentran miles y miles de millones de fósiles de formas altamente complejas de vida. Estas incluyen esponjas, corales, calamares, gusanos, moluscos, crustáceos. De hecho, se han encontrado todas las clasificaciones principales de formas invertebradas de vida en las rocas Cámbricas. Estos animales son tan altamente complejos que se estima que precisaron de 1.500 millones de años para evolucionar.

Y ¿Qué es lo que encontramos en las rocas Pre-cámbricas, de mayor antigüedad que las
Cámbricas? I No se ha encontrado ni un solo fósil indiscutible en ellas! Se puede decir con toda certeza que los antepasados de la fauna Cámbrica, si han existido alguna vez, jamás han sido hallados (21-23).

A pesar de las animaciones en contra, los reportajes concerniendo el descubrimiento de
microfósiles (bacterias y algas unicelulares microscópicas) en rocas Pre-cámbricas, a las que se las ha asignado una edad de 1.000 a 2.000 millones más de años que a las del Cámbrico, son cuestionables, y desde luego están abiertos a discusión. Algunos artículos recientes tienden a exponer las incertidumbres involucradas en tales identificaciones (24-26). Por ejemplo, a pesar de que aceptan la probabilidad de que alguno de estos pretendidos microfósiles de la era Precámbrica sea de origen biológico, Engel, et al, han advertido que:

«Establecer la presencia de una actividad biológica durante el primitivo Precámbrico
plantea problemas muy difíciles... es apropiado el escepticismo sobre esta clase de evidencias de una primitiva vida Precámbrica.»

Aun si estos pretendidos microfósiles representan restos de formas genuinamente
Precámbricas, nos encontramos de todas maneras con una discontinuidad tremenda entre las formas unicelulares microscópicas de vida, y las muy diversificadas y altamente complejas formas de vida encontradas en el Cámbrico, una discontinuidad extendiéndose supuestamente sobre mil o dos mil millones de años en las eras geológicas.


Axelrod afirma, refiriéndose a este problema:

«Uno de los principales problemas no resueltos de Geología y Evolución es la presencia
de invertebrados marinos multicelulares diversificados en rocas Cámbricas Anteriores en todos los continentes, y su ausencia en rocas de mayor antigüedad.»


Después de considerar los varios tipos que se hallan en el Cámbrico, Axelrod continúa:

«No obstante, cuando vamos a las rocas Precámbricas para hallar los antecesores de
estos fósiles Cámbricos, no se encuentran por ninguna parte. Se conoce, ahora, que muchas secciones de rocas sedimentarias (de unos 1.600 m.) descansan en sucesión ininterrumpida bajo estratos que contienen los más primitivos fósiles Cámbricos. Aparentemente, estos sedimentos fueron adecuados para la preservación de fósiles, a causa de que a menudo son idénticos a los de las formaciones fosilíferas que descansan encima de ellos y, a pesar de ello, no se encuentran fósiles en ellos.»


Según todas las apariencias, basados en los hechos conocidos del registro fósil, hubo
una repentina explosión de vida con un alto nivel de complejidad. El registro fósil no nos da
ninguna evidencia de que estos animales Cámbricos se desarrollaran a partir de precedentes formas ancestrales. Aun más, no se ha encontrado ningún fósil que pueda ser considerado como forma de transición entre los grupos principales de clasificación que lo forman. En su aparición más primitiva, estas categorías de vida invertebrada eran ya tan «divergentes» con tanta claridad como hoy en día.



¿Cómo queda el modelo evolucionista a la luz de estos hechos? Obviamente, están en
completa contradicción con sus afirmaciones. Esto lo ha admitido el mismo George Gaylord Simpson, que declaró:


«Garantizado el origen evolutivo de los principales grupos taxonómicos de animales, y no
por un acto de creación especial, la ausencia de cualquier registro de cualquier miembro de alguna de las phyla en las rocas precámbricas permanece tan inexplicable en el terreno de la ortodoxia (evolucionista) como lo era para Darwin.»

Simpson ha luchado valientemente, pero no fructuosamente, con este problema,
habiéndose visto obligado a conceder que la ausencia de fósiles Precámbricos (aparte de los pretendidos microfósiles) es

«El mayor misterio de la historia de la vida.»


No obstante, estos hechos están totalmente de acuerdo con el modelo «creación». El
registro fósil revela una aparición repentina de gran variedad de formas altamente especializadas y complejas, sin antecesores evolutivos, y sin formas de transición que conecten los grupos taxonómicos mayores, tal y como está postulado en el modelo creacionista, pero contradicen incuestionablemente las predicciones del modelo evolucionista.


El resto de la historia de la vida revela una ausencia remarcable de las muchas formas de
transición exigidas por la teoría. De hecho, hay una deficiencia sistemática de formas de
transición entre las categorías mayores de clasificación, tal como está predicho en el modelo creacionista.


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PRESENTACIÓN DE LOS DOS MODELOS

Nuestros dos modelos se podrían construir como sigue:
MODELO «CREACIÓN» MODELO «EVOLUCIÓN»

Por Actos de un Creador
Creación de géneros básicos de vegetales y animales con características
ordinales completas en los primeros representantes. Variación y especiación limitada dentro de cada género.


Por procesos naturalísticos mecanicistas debidos a propiedades inherentes a la
materia inanimada. Origen de todo lo viviente a partir de una sola fuente de vida que surgió por sí misma de la materia inanimada. Variación ilimitada. Todas las formas
están relacionadas genéticamente. Estos dos modelos nos permitirían, a su vez, emitir las siguientes predicciones concernientes al registro fósil:

MODELO «CREACIÓN» MODELO «EVOLUCIÓN»

Aparición repentina de una gran variedad
de formas altamente complejas.
Aparición repentina de todos los géneros
creados con características ordinales
completas. Discontinuidades bruscas
separando grupos taxonómicos
principales, sin formas transicionales
entre categorías principales de transición.











Cambio gradual de las formas más
simples a formas más y más complejas.
Series transicionales conectando todas
las categorías. No deben haber discontinuidades
sistemáticas.

EVIDENCIA PALEONTOLÓGICA

LA EVIDENCIA PALEONTOLÓGICA, CRUCIAL



Aunque se podrían investigar varios campos de la ciencia para intentar determinar cual
es el modelo que aparece más plausible de los dos, el registro fósil es la única fuente de
evidencia científica que permitiría una determinación de si realmente los organismos vivientes vinieron a existir por creación o por evolución. El caso fue bien planteado por LeGros Clark cuando dijo:

«Que la evolución haya realmente ocurrido se puede establecer científicamente solo por
el descubrimiento de restos fósiles de muestras de los tipos intermedios representativos que han sido postulados basándose en la evidencia indirecta. En otras palabras, la evidencia realmente crucial en cuanto a la evolución debe ser proveída por el paleontólogo, cuyo trabajo es estudiar la evidencia del registro fósil.» "






















Sir Gavin de Beer se hizo eco de este último punto de vista, cuando afirmó:

«La última palabra en cuanto a la credibilidad y curso de la evolución está en manos de
los paleontólogos.» lí


En su obra revolucionaria «El Origen de las Especies», Darwin afirmó:

«...El número de formas intermedias y de transición entre todas las especies vivientes y extinguidas debe haber sido inconcebiblemente grande.» "



Esta conclusión parece inevitable, sea en base de los conceptos de Darwinismo clásico o
de los de la moderna teoría sintética de la evolución. Por cuanto el número de formas de
transición predichas por la teoría general de la evolución es inconcebiblemente grande, el
número de tales formas que debieron haber quedado fosilizadas, de acuerdo con esta teoría, es inconcebiblemente grande aunque sólo una fracción muy pequeña de todas las plantas y animales que han existido hubieran quedado fosilizadas.


El muestreo del registro fósil ya ha sido suficiente, por lo que ya no es válido afirmar que
el muestreo es aun imperfecto. Así, George ha afirmado:

«Ya no hay ninguna necesidad de excusarse más con la pobreza del registro fósil, pues
ha llegado a ser difícil de manejar debido a su riqueza, y los descubrimientos están saturando la integración (de datos).»


Parece claro que después de 150 años de búsqueda intensiva se hubieran debido
descubrir un gran número de formas transicionales, si las predicciones de la teoría de la
evolución fueran válidas.


Por otra parte, si nos basamos en el modelo de la creación, deberíamos predecir la
ausencia virtual de formas de transición entre las principales categorías de clasificación (los géneros creados). No obstante, no se podría excluir la presencia de alguna aparente forma de transición por dos razones:

a) La tremenda diversidad exhibida dentro de cada categoría mayor de clasificación y

b) la posesión de características similares de existencia o actividad requerirían
estructuras o funciones similares.

No obstante, en base del modelo «creación», tales formas pseudotransicionales serían raras y no estarían conectadas por tipos intermedios. Las discontinuidades en el registro fósil, por lo tanto, serían sistemáticas y casi universales entre las categorías mayores de clasificación (géneros). El registro fósil debería permitir una elección entre los dos modelos.


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El documento arriba fue sacado del sitio electrónico:
Conpoder.com

Creación, evolución y la evidencia histórica
DUANE T. GISH, PH. D.

CONDICIÓN DE TEORÍA CIENTÍFICA

«La extrema rareza de formas de transición en el registro fósil se mantiene como el
secreto celosamente guardado de la Paleontología. Nos creemos los únicos verdaderos
estudiosos de la historia de la vida, pero en nuestro intento de preservar nuestro favorito relato de evolución por selección natural encontramos nuestros datos tan deficientes que nunca vemos el mismísimo

proceso que pretendemos estudiar.» (Natural History, mayo 1977, p. 14)


DEFINICIONES

Para una comprensión clara de los temas que se van a considerar en este trabajo,
debemos empezar por definir «evolución» y «creación». Cuando se utilice el término «evolución» nos referiremos a la teoría general de la evolución orgánica, o teoría de la evolución «de la molécula al hombre». Según esta teoría, todos los seres vivientes han venido a existir por procesos naturales, mecanicistas, y evolutivos, a partir de la materia inanimada. Estos procesos se atribuyen solamente a propiedades inherentes de la materia y son, por lo tanto, operativos todavía hoy en día. La teoría de la creación, por otra parte, postula que todos los tipos básicos animales y vegetales (los géneros creados) vinieron a existir por la acción de un Ser preexistente utilizando procesos especiales que no operan hoy en día. Las variaciones que han tenido lugar desde la creación han quedado encerradas dentro de los límites de cada género creado.


Los evolucionistas insisten tenazmente en que la creación ha de ser excluida de la más
mínima consideración como una posible explicación de los orígenes, sobre la base de que no puede ser calificada de teoría científica. Los proponentes de la teoría de la evolución, al mismo tiempo, ven como impensable la consideración de que la evolución sea algo menos que Ciencia pura y, de hecho, la mayoría de ellos insisten en que ya no se debe pensar en la evolución como teoría, sino que se debe considerar un hecho.


CRITERIOS QUE DETERMINAN LA CONDICIÓN DE TEORÍA CIENTÍFICA


¿Cuál es el criterio que debe cumplir una teoría para ser considerada científica en el
sentido generalmente aceptado? George Gaylord Simpson ha afirmado que «es inherente en cualquier definición de ciencia que las afirmaciones que no puedan ser comprobadas por observación no son gran cosa... o, por lo menos, no son ciencia».

Una definición de Ciencia, dada en el Diccionario de Oxford, es:
«Una rama de estudio que concierne a un cuerpo coordinado de verdades demostradas,
o de hechos observados, clasificados y más o menos coordinados por su interrelación bajo leyes generales, y que incluye métodos fiables para el descubrimiento de nuevas verdades en su dominio.»


Así, para que una teoría pueda ser calificada de científica, debe ser apoyada por sucesos
o procesos que puedan ser observados cuando ocurren, y la teoría debe ser útil prediciendo el comportamiento y resultados de futuros fenómenos naturales o experimentos de laboratorio. Una limitación adicional impuesta es que la teoría debe ser capaz de «falsación». Esto significa que debe ser posible concebir algún experimento cuyo fallo probaría la falsedad de la teoría.


CREACIÓN Y EVOLUCIÓN FRENTE AL CRITERIO ACEPTADO


Es en base de tal criterio que la mayor parte de los evolucionistas insisten en que la
creación no debe ser considerada como una posible explicación de los orígenes. La creación no ha sido testificada por observadores humanos, no puede ser comprobada científicamente, y como teoría no es «falsable».


Con todo esto, la teoría general de la evolución (teoría de la molécula al hombre) también
falla, incumpliendo estos tres criterios. Dobzhansky, tratando de afirmar la evolución como
hecho, en realidad admitió que no cumplía el criterio de teoría científica cuando dijo:
«...el acontecimiento de la evolución de la vida en la historia de la tierra está tan bien
establecido como ningún suceso nunca testificado por observadores humanos lo pueda ser.»


Goldschmidt, que insistió en que la evolución es un hecho para el cual ya no se necesita
de más pruebas, también la traicionó en su fracaso en cumplir el criterio generalmente aceptado para establecer una teoría como científica. Después de describir las etapas de su mecanismo evolutivo, al que bautizó con el nombre de «Systemic mutation» (Mutación sistémica o saltacional) o «Hopeful Monster» (Monstruo Viable), Goldschmidt afirmó:
«A esta suposición se oponen violentamente la mayoría de los genéticos que pretenden
que los hechos hallados al nivel subespecífico se tienen que aplicar también a las categorías superiores. El repetir incansablemente esta pretensión no probada, el pasar de ligero sobre las dificultades y el adoptar una actitud arrogante frente a los que no se dejan influir tan fácilmente por las modas en la Ciencia, se considera que proporciona una prueba científica de su doctrina.


Es verdad que nadie hasta ahora ha producido una nueva especie, género, etc., por
macromutación; pero es igualmente cierto que nadie ha producido ni una sola especie por
selección de micromutaciones.» Más adelante, en el mismo artículo, declaró:
«Tampoco nadie ha presenciado nunca la producción de un nuevo individuo de categoría
taxonómica superior por selección de micromutaciones.»


Goldschmidt ha afirmado, pues, que en el contexto de «molécula al hombre» solamente
se ha observado el cambio más trivial, en el nivel de las subespecies. Aún más, los arquitectos de la moderna teoría sintética de la evolución la han construido tan cuidadosamente, que no es posible su «falsación». La teoría es tan plástica que es capaz de explicar cualquier cosa. Esta fue la queja de Olson y de varios participantes en el «Wistar Symposium on Mathematical Challenges to the Neo-Darwinian Interpretaron of Evolution» (Simposium Wistar de Desafíos Matemáticos a la Interpretación Neodarwiniana de la Evolución), incluyendo incluso a Mayr, uno de los principales exponentes de esta teoría.


Edén, uno de los matemáticos, lo expresó de esta manera, con referencia a la «falsabilidad»:
«Esto no se puede hacer en evolución, tomándola en su sentido general, y esto es lo que
quise decir cuando la califiqué de tautóloga. Porque, desde luego, puede explicar cualquier cosa. Se puede ser, o no, ingenioso al proponer un mecanismo que parece razonable a los seres humanos, incluso mecanismos que sean coherentes con otros mecanismos que se hayan descubierto, pero no deja de ser una teoría no "falsable".»


Aún más, aparte de los científicos creacionistas, un creciente número de otros científicos
han expresado dudas de que la moderna teoría de la evolución pueda explicar algo más que cambios triviales. Edén quedó tan desanimado después de una consideración completa de la teoría desde el punto de vista probabilístico, que proclamó:
«Una teoría científica y adecuada debe esperar el descubrimiento y elucidación de
nuevas leyes físicas, químico-físicas y biológicas.»


Salisbury ha expresado similarmente sus dudas, basadas en consideraciones
probabilísticas. El ataque a la teoría por parte de científicos franceses han sido intenso en años recientes. Dice un reportaje sobre la situación en Francia: «Este año se vio crecer rápidamente la controversia, hasta que recientemente culminó con un artículo aparecido recientemente en la revista Science et Vie titulado «¿Deberíamos quemar a Darwin?» con una extensión de unas dos páginas.


El artículo, escrito por el divulgador Aune Michel, estaba basado en las entrevistas del autor con especialistas tales como la señora Andree Tetry, profesora en la famosa Ecóle de Hautes Etudes .y autoridad mundial en problemas de la evolución., el profesor Rene Chauvin, y otros biólogos franceses de nota; y en un estudio a fondo de unas 600 páginas de compilación de datos biológicos reunidos, en colaboración con la señora Tetry, por el difunto Michael Cuenot, biólogo de fama mundial. La conclusión de Aime Michael es significativa: «la clásica teoría de la evolución en su sentido estricto, pertenece al pasado. Aunque no tomen una posición definida, hoy en día prácticamente todos los especialistas franceses mantienen fuertes reservas mentales en cuanto a la validez de la selección natural.»


E. C. Olson, uno de los oradores en la celebración del Centenario Darwiniano, hizo en
aquella ocasión la siguiente afirmación:
«Existe, asimismo, un grupo generalmente silencioso de estudiosos dedicados a
investigaciones biológicas, que tienden a disentir con mucha parte del pensamiento actual, pero dicen y publican poco a causa de que no están particularmente interesados, o no ven que la controversia sobre la evolución sea de alguna importancia particular, o están tan totalmente en desacuerdo que les parece inútil dedicarse al monumental trabajo de controvertir el inmenso edificio de información y teoría que existe en la formulación del pensamiento moderno. Desde luego es difícil juzgar el tamaño y la composición de este silencioso sector, pero no hay duda de que los números no son despreciables.»



Fothergill se refiere a lo que él llama «la poquedad de la teoría como un todo». Erhlich y
Holm han afirmado sus reservas de la siguiente manera: «Finalmente, consideremos la cuestión presentada anteriormente: "¿Cuál es la explicación de lo que observamos en la naturaleza?" Ha llegado a ser moda el contemplar la moderna teoría de la evolución como la única explicación posible, en lugar de decir que es la mejor conseguida hasta ahora. Es concebible, y hasta lo más posible, que lo que podríamos llamar chistosamente una teoría No-Euclideana de la evolución apunte en el horizonte.

La perpetuación de la teoría actual como dogma no animará el progreso hacia una explicación más satisfactoria de los hechos observados.»


Algunos ataques son abiertamente críticos, tales como la carta de Danson que apareció
recientemente en «New Scientist» y en la que, entre otras cosas, afirmaba:
«La teoría de la evolución ya no está más con nosotros, a causa de que hoy en día se
reconoce al Neo-Darwinismo como incapaz de explicar cualquier otra cosa que no sean cambios triviales, y, a falta de otra teoría, no tenemos ninguna... a pesar de la hostilidad de los testimonios ofrecidos por el registro fósil, a pesar de las dificultades innumerables, y a pesar de la falta de una teoría creíble, la evolución sobrevive... ¿Puede haber, por ejemplo, otra área de la ciencia en la que se utilice un concepto intelectualmente tan estéril como el de la recapitulación embriológica como evidencia de una teoría?»»


Macbeth ha publicado recientemente una crítica especialmente incisiva de la teoría de la
evolución. Apunta al hecho de que a pesar de que los evolucionistas han abandonado el
evolucionismo clásico, la moderna teoría sintética de la evolución que han propuesto como
sustitución es igualmente inadecuada para explicar el cambio progresivo como resultado de la selección natural y, de hecho, no pueden ni siquiera definir Selección Natural en términos que no sean tautólogos. La inadecuacia de la teoría actual, y el fracaso del registro fósil en cumplir las predicciones que le son propias, dejan a la macroevolución, y aún a la misma microevolución, como misterios intratables, según Macbeth.


No obstante, Macbeth sugiere que no hay ninguna teoría .en el presente. preferible a ésta.
En vista de las consideraciones expuestas, es increíble que científicos líderes, incluyendo
algunos oradores en la Convención de esta semana, insistan dogmáticamente en que la teoría de la evolución de la molécula al hombre sea enseñada con exclusión de todo otro postulado. La evolución en este amplio sentido no está demostrada y no se puede demostrar, y, por lo tanto, no puede ser considerada como un hecho. No está sujeta a prueba por los métodos normales de la ciencia experimental: Observación y falsación. Así, en el sentido estricto, no puede ser ni siquiera calificada de teoría científica.


Es un postulado, y puede servir de modelo con el cual se puede intentar explicar y correlacionar los datos que tenemos en el registro fósil, y hacer predicciones concerniendo a la naturaleza de descubrimientos futuros. La creación, desde luego, no está probada, y no se puede probar por los métodos de la ciencia experimental. Según el criterio expresado anteriormente, tampoco la podemos calificar de teoría científica, ya que la creación habría sido inobservable y, como teoría sería no-falsable.



La creación es, por tanto, como la evolución, un postulado que puede servir como modelo para explicar y correlacionar la evidencia relacionada con los orígenes. La creación no es, en este punto, ni más religiosa ni menos científica que la evolución. De hecho, a muchos científicos bien informados les parece que la creación es muy superior al modelo evolucionista como explicación de los orígenes.Tenemos la fuerte sospecha de que la aceptación de la evolución no es debida principalmente a la naturaleza de la evidencia, sino al prejuicio filosófico de nuestros tiempos.


Watson, por ejemplo, ha dicho:
«La teoría de la evolución misma es una teoría universalmente aceptada no a causa de
que pueda ser probada cierta por evidencia lógicamente coherente, sino porque la única
alternativa, la Creación especial, es claramente increíble.»
Que ésta es la teoría sostenida por la mayoría de los biólogos lo ha enfatuado
recientemente Dobzhansky. En su comentario del libro de Monod «Azar y Necesidad»,
Dobzhansky declaró:
«Ha señalado con admirable claridad, a menudo lindando en lo sublime, la filosofía
materialista mecanicista compartida por la mayor parte del Establishment de las Ciencias
Biológicas.»


La exclusión de la creación en la enseñanza científica es innecesaria e indeseable, sea
en base científica o filosófica. Bajo el sistema presente, en el cual la evolución se presenta como un hecho con exclusión de la creación, el estudiante es adoctrinado en una filosofía de humanismo secular, en lugar de beneficiarse de una presentación objetiva de la evidencia.


Se podría remediar esta situación presentando creación y evolución en forma de
modelos, haciendo predicciones basadas en cada modelo, y entonces comparar la evidencia científica real con las predicciones de cada modelo. Así, los estudiantes podrían decidirse en base de esta presentación objetiva. Esto es lo que desearíamos hacer en el resto de este trabajo, ciñendo nuestras consideraciones a un examen del registro fósil.
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Creación, evolución y la evidencia histórica
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