domingo, 14 de setembro de 2014

INADEGUATEZZA DELLA SELEZIONE NATURALE - SCRIBA VALDEMIR


inadeguatezza della selezione naturale, mutazioni, fossili in

Presupposto errato n. 1.

Le mutazioni provvedono la materia prima necessaria alla formazione di nuove specie. La teoria della macroevoluzione poggia sul presupposto che le mutazioni (variazioni casuali del codice genetico di piante e animali) possano produrre non solo nuove specie, ma intere famiglie di organismi vegetali e animali.

Dati di fatto.

Molte caratteristiche di una pianta o di un animale sono determinate dalle informazioni contenute nel suo patrimonio genetico, il codice racchiuso nel nucleo di ogni cellula. I ricercatori hanno scoperto che le mutazioni possono provocare cambiamenti ereditari nelle piante e negli animali.

Ma NON producono davvero specie completamente nuove!

Ciò che si è compreso dopo un secolo di studi nel campo della genetica, esclude l'evoluzione.

Presupposto errato n. 2.

La selezione naturale porta alla formazione di nuove specie. Secondo Darwin il fenomeno da lui definito selezione naturale favorirebbe le forme di vita più adatte all'ambiente, con la conseguente estinzione di quelle meno adatte. Oggi gli evoluzionisti sostengono che, con la diffusione e l'isolamento delle specie, la selezione naturale favorisca quelle che, grazie a mutazioni genetiche, sono in grado di sopravvivere nel nuovo ambiente. Di conseguenza ipotizzano che questi gruppi isolati finiscano per evolversi in specie totalmente nuove.

Dati di fatto.

Le ricerche indicano chiaramente che le mutazioni non possono produrre specie vegetali o animali completamente nuove. Ma quali prove adducono gli evoluzionisti per dimostrare che la selezione naturale privilegerebbe le mutazioni vantaggiose per produrre nuove specie? Un opuscolo pubblicato nel 1999 dall'Accademia Nazionale americana delle Scienze menziona "le 13 specie di fringuelli studiati da Darwin alle Galápagos, ora noti come fringuelli di Darwin".

In effetti i fringuelli di Darwin non stanno diventando "nulla di nuovo". Sono sempre fringuelli. E il fatto che si incrocino tra di loro mette in dubbio i criteri che gli evoluzionisti usano per definire le specie.

Tutto questo mostra che persino prestigiose accademie scientifiche possono mancare di obiettività nel riportare i fatti.

Presupposto errato n. 3.

La documentazione fossile registra cambiamenti macroevolutivi. Il succitato opuscolo dell'Accademia Nazionale americana delle Scienze lascia intendere che i fossili rinvenuti comprovino la macroevoluzione in maniera più che soddisfacente. Dichiara: "Sono state scoperte così tante forme di vita intermedie tra pesci e anfibi, tra anfibi e rettili, tra rettili e mammiferi e nell'albero genealogico dei primati che spesso è difficile determinare con certezza quando è avvenuta la transizione tra una specie e l'altra".

Dati di fatto.

L'audace dichiarazione dell'Accademia Nazionale americana delle Scienze lascia perplessi. Perché? Niles Eldredge, evoluzionista convinto, afferma che le testimonianze fossili non dimostrano che si sia verificato un graduale accumulo di cambiamenti, ma che per lunghi periodi di tempo "nella maggior parte delle specie si sono verificati pochissimi cambiamenti evolutivi se non nessuno".

Finora scienziati di tutto il mondo hanno rinvenuto e catalogato circa 200 milioni di grandi fossili e miliardi di microfossili. Molti ricercatori concordano nel dire che, stando a tale documentazione vasta e dettagliata, tutti i principali gruppi di animali sono comparsi all'improvviso e sono rimasti sostanzialmente invariati, e molte specie sono scomparse in maniera altrettanto improvvisa.

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